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Accostati piano

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Accostati piano al silenzio,

allo sguardo di settembre 

col colore delle foglie in discesa 

e i petali delle rose sciupate

pronti all’abbandono nel vento.

 

All’alba appena un accenno 

di cielo e un canto d’aria,

un bisbiglio, un frullo d’ali

come il tocco della prima volta 

che un figlio ti si muove in grembo.

 

Nel tacere sta tutta l’attesa:

accostati piano al mio silenzio,

a questa abitudine d’alzarmi presto

con un chiaro di luce tra i capelli

e il mattino che mi disegna i fianchi.

 

 Laura Turra - 18/09/2018 05:43:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Grazie di cuore, Salvatore! Un abbraccio

 Salvatore Pizzo - 18/09/2018 02:45:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Letta e riletta, vittima compiaciuta dell’incanto che si ripete: in controluce riverberi di stagione dell’anima...
Un abbraccio sempre

 Laura Turra - 17/09/2018 22:22:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Ti ringrazio molto, Giovanni, per la lettura. Un caro saluto e a presto

 Giovanni Rossato - 17/09/2018 21:38:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Rossato » ]

Quel "nel tacere sta tutta l’attesa" vale tutta la poesia.
Grazie Laura

 Laura Turra - 17/09/2018 17:38:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Grazie Ale, per la tua lettura e per questo bellissimo commento: sì confidiamo nella Poesia, per me fa bella la vita. Un abbraccio

 Adielle - 17/09/2018 16:17:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Opera maestra, culmine di misura, sa farsi tanto sottile da penetrare qualsiasi cuore, non permette di rimanere agnostici, impone di ammetterlo a se stessi: abbiamo fede nella poesia!

 Laura Turra - 17/09/2018 11:44:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Grazie della tua visita, Klara, è sempre un piacere.
Un abbraccio

 Klara Rubino - 17/09/2018 11:40:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Due espressioni mi hanno stupito di quello stupore di cui ha parlato Gil nell’Aforisma e Federico Zucchi nella sua poesia...


un frullo d’ali
come il tocco della prima volta 

che un figlio ti si muove in grembo


e il mattino che mi disegna i fianchi.



Si collegano anche l’uno all’altro, no?


Un caro saluto e complimenti!

 

 Laura Turra - 17/09/2018 03:44:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Franca, ti ringrazio della lettura. Sempre un affettuoso saluto.

 Franca Colozzo - 17/09/2018 00:21:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

La bellezza dell’alba è colta in questa tua poesia con la consueta grazia che ti contraddistingue, quasi in punta di piedi. Le immagini dei petali caduchi e delle foglie autunnali sono il preludio di un tocco leggero che bussa alle porte del tempo tra avvolgenti silenzi e bisbiglii sommessi. Un saluto affettuoso. Buona notte

 Laura Turra - 16/09/2018 20:14:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

... scusa Cristina il refuso intendevo dire “leggere i tuoi versi”

 Laura Turra - 16/09/2018 19:31:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Sei gentile Cristina, mi fa sempre piacere ogni tua visita e soprattutto leggerezza i tuoi versi. Un carissimo saluto

 cristina bizzarri - 16/09/2018 18:23:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Stupisce la purezza di questa lirica, la sua infinita delicatezza. Meravigliosa.

 Laura Turra - 16/09/2018 12:37:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Grazie infinite, di cuore, Gil, per questo commento così profondo e generoso.
Sai penetrare il senso delle parole, dei versi (non solo i miei, è così sempre quando commenti) con un’attenzione e una cura che sono segno di un amore vero alla Poesia.
Un abbraccio più che caro

 Gil - 16/09/2018 10:40:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

La ritengo, tra le poesie di Laura Tutta lette fino ad oggi, il suo capolavoro assoluto, sommando alla consueta bellezza della tua scrittura un registro in più: il disvelamento ovvero l’assunzione dell’Io poeante nei versi; così leggiamo quel "mio" davanti a "silenzio", quel "mi" di "disegna i fianchi", un possessivo ed una pronominale che trasfigurano la consueta lettura del reale ovvero della Natura, cui ci ha abituati la poetica della Turra, in un’espressività del proprio mondo interiore, ma non più riverberato dall’esterno, però voce d’intimità più profonde ed interiori, sfiorando, direi con timore e tremore, le sfumature d’un " Cantico dei Cantici", un dolce, delicato e velato sentimento dell’eros: il "chiaro luce tra i capelli", il " mattino che mi disegna i fianchi", questo un elemento linguistico di una nomenclatura squisitamente erogena in un quadro così intimista come tali sono alcuni passaggi di questo testo, ma come in fondo lo è tutta la poesia: una pagina di diario intimo.
Il testo dispiega tre quadri esistenziali: il senso del tempo: un orizzonte di finitudine che nell’autunno trova il proprio canto più struggente, poiché è l’autunno una stagione di confine tra l’esuberanza sensuale dell’estate e la visione di un inverno che frustrerà la bellezza degli ardori, così come l’anzianità prima e la vecchiaia poi, mortificheranno quel vitalismo biologico che aveva trovato nei sensi il proprio splendore;
la maternità, metafora di una luce che illumina ogni alba con una nuzialità verginale partoriente la novità del mattino in un ritrovato stupore originario, "prima volta" che si ripete ogni volta, se però lo sguardo è quello poetico di una Turra; infine, torniamo al cuore del commento e, a mio miserrimo parere, del testo, la parte più bella dei versi, appunto quel dirsi di una donna nella propria consapevole e matura femminilità, un disvelamento di dolce e delicata sensualità, che impreziosisce i versi, conducendoli a vette sublimi di bellezza.

Dev.mo Tuo

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